Benvenuti al secondo appuntamento con il reportage dedicato all’apertura di una cooperativa. Come promesso al termine della prima parte, in questo articolo ci occuperemo anzitutto di dare uno sguardo alla distribuzione della concorrenza. Avevamo promesso anche che avremmo parlato dell’iter burocratico di avvio dell’attività, ma nel caso non dovessimo avere spazio in questa sede, ne parleremo nella prossima puntata. Intanto iniziamo dicendovi subito che, sul web, la parola chiave “cooperativa” restituisce oltre 61 milioni di risultati. Questo dato però non dice granché, in quanto comprende diverse tipologie di cooperative e tantissime pagine internet che possono riferirsi sempre agli stessi soggetti.
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APRIRE UNA COOPERATIVA : I VARI SETTORI
Con le cooperative si possono svolgere diverse attività produttive e di servizi, per cui il vero esame della concorrenza nascerà in ambito locale, valutando la presenza di ditte o società, anche non cooperative, che operano nello stesso settore della cooperativa. Se, ad esempio, volete aprire una cooperativa che commercializza vini prodotti in proprio, bisogna valutare quanti produttori locali di vino esistono nella vostra zona di riferimento. L’analisi locale permetterà di capire se la suddetta produzione viene esercitata da tempo da altre cooperative e se l’idea di puntare sullo stesso settore dei competitor possa essere presa in considerazione o tralasciata. In ogni caso, capire quante cooperative siano distribuite in un determinato territorio, può essere un utile indicatore dell’andamento di queste imprese. Sul web, la voce “cooperativa agricola” restituisce più di un milione e trecentomila risultati, mentre il termine “cooperativa di produzione” restituisce numeri più elevati ( oltre sei milioni). Si collocano nella media, come presenza di risultati web, le cooperative sociali, la cui relativa parola chiave restituisce meno di 4 milioni di risultati. L’analisi della concorrenza effettuata in maniera empirica, tramite una semplice ricerca online, ci dice che uno dei settori meno gettonati dalle cooperative è l’agricoltura, con una presenza web nazionale di poco più di un milione di risultati. L’agricoltura è un settore che va riscoperto e che purtroppo è stato anche tralasciato dalle nuove generazioni, più propense ad inseguire studi e percorsi di carriera di natura impiegatizia o intellettuale. Tuttavia, dalle ultime notizie di cronaca, sembra che tantissimi giovani stiano tornando all’agricoltura decidendo di intraprendere delle attività imprenditoriali proprio in questo settore. Dai dati web emerge anche un’altra considerazione: il vero e proprio boom di cooperative di produzione, ovvero attività dove si assiste alla lavorazione industriale, manuale ed artigianale di infinite tipologie di prodotti: pizzi, merletti, bomboniere, macchinari. Come già detto nella scorsa puntata, una cooperativa può occuparsi di diversi settori di attività: basta solo scegliere quello che è più congeniale e che riserva ampi spazi di mercato. Nella convenienza economica ad avviare una cooperativa bisogna anche valutare i tempi di rientro dell’attività, ecco perché bisogna preferire settori in cui gli spazi di mercato sono abbastanza ampi.
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A volte, anzi spesso, il successo di una cooperativa viene decretato dalla collaborazione dei soci, che apportano le loro produzioni all’interno della nuova attività. Ognuno di loro, magari negli anni, ha creato un piccolo giro d’affari e di clienti e ciò permette di accorciare moltissimo i tempi di messa a regime dell’attività esercitata in forma di cooperativa. Comunque, non è sempre detto che un’attività o una società per andare bene debba per forza avere le spalle coperte. In questo mondo, ognuno di noi ha il diritto di provare a creare qualcosa, anche da zero, senza temere di dover per forza incassare dei “flop”. Anzi, la cooperativa è la forma giuridica che meglio si presta ad avviare delle attività da zero ed i motivi li abbiamo già spiegati proprio durante la prima parte del nostro reportage: vantaggi fiscali e regime di aiuti pubblici. Quanto appena detto non deve far dimenticare il fine prettamente mutualistico della cooperativa, che, solo in conseguenza di questo scopo, può poi produrre beni e servizi a pagamento, con utili che vanno reinvestiti nell’attività. Proprio per scongiurare la nascita di cooperative costituite con il solo fine di evadere le tasse, la legge impone dei controlli severi ed attenti su queste imprese. Per vigilare sull’operato delle cooperative esistono anche delle apposite leggi speciali. Il controllo sulla situazione contabile delle cooperative viene esercitato dai revisori delle associazioni di categoria a cui le cooperative sono eventualmente associate, o dai revisori del Ministero dello Sviluppo Economico, se le cooperative non aderiscono ad alcuna associazione. Anche l’Agenzia delle Entrate, con la circolare n° 21/E del 18/05/2011, ha disposto maggiori controlli sulle società cooperative, per evitare che vengano create con lo scopo di frodare il fisco o di eludere, con il lavoro dei soci, le norme sul lavoro dipendente. Queste realtà, purtroppo, esistono e costituiscono una delle maggiori criticità delle cooperative. Quelle fittizie, inoltre, “inquinano” il mercato, mettendo in cattiva luce anche il lavoro delle cooperative oneste.
Continua …
Fonti di alcuni dati:
http://www.unicoop.it/index.php?option=com_content&view=article&id=26&Itemid=292
Rosalba Mancuso
Fonti immagini:
Tigulliovino.it
Ilrisvegliodiebe.it